

Nel cartone Robin Hood, il Principe Giovanni e lo Sceriffo di Nottingham rappresentano la legge per il popolo di Nottingham.
Fra i poteri del tiranno, c'è anche quello di condannare a morte i suoi sudditi e, in una scena del film, a essere condannato alla pena capitale è proprio Robin Hood.
Il nostro protagonista, infatti, partecipa alla gara di tiro con l'arco indetta dal sovrano sotto mentite spoglie e riesce a vincere il primo premio, un bacio da Lady Marian. Una volta scoperta la sua vera identità, il Principe Giovanni lo condanna a morte. Interviene Little John che, travestito, minaccia con la spada di infilzare il principe qualora non avesse ritirato la condanna a morte del protagonista.
Per quanto malvagia sia la sua decisione, il Principe Giovanni è pur sempre un pubblico ufficiale che agisce nell'esercizio delle sue funzioni e, opponendo resistenza alla decisione del sovrano, il buon Little John potrebbe aver commesso un reato.
Infatti, il nostro Codice penale prevede, all'art. 337 c.p., il reato di "resistenza a un pubblico ufficiale". Secondo questa norma,
"Chiunque usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, mentre compie un atto di ufficio o di servizio, o a coloro che, richiesti, gli prestano assistenza, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni".
Il delitto di cui all'art. 337 c.p. è plurioffensivo: lede non solo il buon andamento della P.A. ma anche la libertà di autodeterminazione ed incolumità dei pubblici ufficiali.
Le condotte rilevanti sono due: la violenza e la minaccia.
La minaccia consiste nella prospettazione di un male notevole ed ingiusto, comunque idonea a determinare una costrizione del soggetto passivo. È proprio quello che fa il nostro Little John: arriva alle spalle del Principe Giovanni con un coltello e, puntando la lama contro la schiena del sovrano, gli intima di liberare Robin Hood.
La violenza è qualsiasi mezzo idoneo a coartare la volontà del soggetto passivo, annullandone la capacità di azione o determinazione. Immaginiamo, come esempio, che Little John avesse "atterrato" il Principe Giovanni con il proprio corpo, bloccandolo a terra, invece di minacciarlo con la lama.
È importante precisare che la fattispecie di cui all'art. 337 c.p. non punisce la resistenza meramente passiva, che non ha i connotati della violenza o della minaccia. Immaginiamo, ad esempio, che Robin Hood – invece di farsi catturare e legare – si butti a terra, dimenandosi. In questa ipotesi fantasiosa, il nostro protagonista non commetterebbe il reato di resistenza a pubblico ufficiale perché non farebbe ricorso a violenza o minaccia. Se, invece, impiegasse la forza per neutralizzarne l’azione e sottrarsi alla presa, nel tentativo di guadagnare la fuga, dall'opposizione passiva sconfinerebbe nel reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Ulteriore caratteristica è che la resistenza venga opposta, con dolo specifico, durante il compimento dell’atto d’ufficio e allo scopo di impedirlo e non prima dello stesso. In questo secondo caso, si rientrerebbe nell'ipotesi di cui all'art. 336 c.p (ne abbiamo parlato qui, a proposito di una condotta posta in essere dal simpatico Fra Tuck ai danni dello Sceriffo di Nottingham).
Alla luce di tutti questi elementi, sembra proprio che il nostro Little John abbia commesso il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Sebbene, infatti, agisca per una giusta causa, sta pur sempre usando la forza per opporsi al pubblico ufficiale per eccellenza, il sovrano d'Inghilterra.