Dal momento in cui Aladdin vede Jasmine, il giovane si innamora di lei. Quando scopre che Jasmine è, in realtà, una principessa, il nostro eroe capisce di non avere alcuna speranza di conquistare la sua amata.
Decide così di sfruttare la lampada magica e utilizza il primo dei suoi desideri per trasformarsi nel principe Ali Ababwa. Sotto queste vesti si presenta al palazzo di Agrabah quale pretendente di Jasmine, portando con sé un enorme seguito di servitori e ricchezza.
Questo comportamento può essere definito come "artifizio".
Per artifizio si intende qualsiasi simulazione o dissimulazione della realtà che crei una falsa apparenza volta ad alterare la conoscenza del soggetto passivo del reato, al fine di indurlo in errore.
Nella nostra fiaba, Aladdin, con l'aiuto del Genio e dei suoi poteri, opera sulla realtà esterna, facendo apparire come vera una situazione che non trova riscontro nei fatti: fa credere a Jasmine e al Sultano di essere un ricco principe, mentre è un ragazzo di strada.
Il "raggiro", invece, consiste nell’inganno mediante finzioni artificiose che colpiscono la sfera intellettiva e psicologica del soggetto passivo, creando in quest'ultimo erronei motivi che ne influenzano volontà e condotta.
Se ci pensiamo, alla fine della fiaba, Aladdin raggira Jafar per indurlo a usare il suo ultimo desiderio per diventare un Genio: il giovane convince il Gran Visir che il Genio onnipotente è l'essere più potente della terra, ottenendo che Jafar, una volta diventato Genio, si ritrova intrappolato nella lampada.
Gli artifizi e i raggiri sono elementi costitutivi di molte fattispecie di reato che avvengono mediante induzione in errore della persona offesa, come la truffa e la sostituzione di persona.