Il nostro viaggio nella materia degli atti di concorrenza sleale continua (leggi qui l’articolo introduttivo sugli atti di concorrenza sleale: art. 2598 n. 1 c.c.) nel regno del giovane imperatore Kuzco, il quale, per il suo compleanno, vuole far costruire sulla cima di una collina una casa delle vacanze con piscina chiamata Kuzcotopia.
Prima che ciò avvenga, Yzma, la perfida consigliera di corte, licenziata proprio da Kuzco a causa della sua abitudine di sostituirsi all’imperatore nelle udienze, lo invita a cena con il proposito di avvelenarlo, ucciderlo e poter prendere il suo posto.
L'aiutante della consigliera, Kronk, però, confonde le bocce di veleno tra loro e nel bicchiere da cui beve l’imperatore Kuzco viene versata una pozione che, invece di ucciderlo, lo trasforma in un lama.
Kronk, versando la pozione sbagliata nel bicchiere dell'imperatore, è stato ingannato dall’apparenza delle boccette di veleno, in quanto esteriormente erano tutte uguali.
Questa estrema somiglianza ha creato in Kronk confusione rispetto alla boccetta originale, cioè quella in grado di uccidere Kuzco.
Supponiamo, poi, che il produttore di estratto di lama (quello bevuto da Kuzko) sia stata realizzata dal capo del villaggio Pacha, mentre la pozione mortale in grado di uccidere l’imperatore sia stata prodotta da Yzma.
Come possiamo individuare in questa condotta un atto di concorrenza sleale?
Concentriamoci nuovamente sull'art. 2598, co.1, n. 1, c.c. ed in particolare sulla prima parte:
"Ferme le disposizioni che concernono la tutela dei segni distintivi e dei diritti di brevetto, compie atti di concorrenza sleale chiunque: […] o imiti servilmente i prodotti di un concorrente, o compie con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l'attività di un concorrente".
Questo tipo di fattispecie riguarda la c.d. concorrenza confusoria i cui presupposti sono stati già analizzati (leggi qui l’articolo sulla "Concorrenza sleale – i presupposti" e qui "Atti di concorrenza sleale: art. 2598 n. 1 c.c.").
Il presupposto soggettivo di applicabilità dell'art. 2598 c.c. è che entrambi i soggetti coinvolti siano imprenditori e che sussista tra loro un rapporto di concorrenzialità, cioè quando i prodotti o i servizi offerti dai due concorrenti siano destinati a soddisfare i medesimi bisogni.
L'ipotesi prevista dall'articolo 2598 c.c., co.1, n.1, c.c., relativa all'imitazione servile si verifica quando l'imitazione dei prodotti del concorrente abbia ad oggetto elementi esteriori del prodotto imitato.
L’imitazione servile può provocare:
- la confusione di chi acquista l'imitazione credendo di acquistare l'originale (ad esempio, il nostro Kronk è stato tratto in inganno credendo di versare la pozione di veleno idonea ad uccidere l'imperatore);
- la consapevolezza di chi acquista un'imitazione facendo credere agli altri che si tratta dell'originale e, quindi, creando comunque un fenomeno di confusione sul mercato.
Rispetto a quest'ultima fattispecie, immaginiamo Kronk che consapevolmente abbia scelto la boccia di veleno "errata" facendo credere alla perfida Yzma di utilizzare quella "originale" contenente il veleno in grado di uccidere il giovane imperatore.
In questo modo, la legge vuole impedire che l'imitazione di prodotti altrui crei una situazione di confusione sul mercato, con conseguente possibile sviamento della clientela a favore dell’impresa imitatrice.
In sintesi, il capo del villaggio Pacha, creando una boccetta di veleno simile a quella di Yzma, non ha seguito una condotta conforme a una concorrenza leale, poiché la boccetta da lui prodotta potrebbe essere facilmente confusa con l’originale realizzata dalla consigliera.
Questa imitazione potrebbe ingannare il pubblico facendogli credere che la boccetta di Pacha contenga il veleno letale e quindi acquistare quest’ultima rispetto a quella che veramente è in grado di uccidere Kuzko.
Come nel caso di Homer, anche in questa situazione, il comportamento di Pacha non è etico secondo i principi della concorrenza leale, e Yzma potrebbe ricorrere alle autorità giudiziarie per tutelare i suoi diritti.