Toy Story è uno di quei cartoni che ci hanno fatto sognare da bambini. I protagonisti di questa storia sono dei giocattoli che vivono numerose avventure nel mondo reale. Tra i giocattoli più simpatici c'è lo sceriffo Woody, un pupazzo che rappresenta uno sceriffo cowboy in vecchio stile e che riproduce delle frasi tirando la cordicella che riporta sul dorso e l'astronauta Buzz Lightyear, un giocattolo spaziale super-accessoriato.
Se ci pensiamo bene, tutti i giocattoli della storia sono stati prodotti da una azienda, la cui attività, soprattutto in tempi recentissimi, potrebbe essere oggetto di valutazione in base ai c.d. criteri “ESG".
La nostra storia, di oggi, quindi sarà vista sotto la lente di ingrandimento della azienda produttrice di Buzz Lightyear.
In cosa consistono questi criteri?
Con l'acronimo "ESG" (Environmental, Social and Governance) si fa riferimento a quei criteri attraverso i quali è possibile valutare l'impegno di un'azienda sotto tre diversi profili: ambientale, sociale e di governance.
Tali criteri, in particolare, consentono di formulare un giudizio sull'attività svolta dall’azienda fornendo la misura di quanto essa sia sostenibile (a livello ambientale), sia responsabile (nella dirigenza) e crei impatto sociale (sia a livello di vita aziendale sia verso la comunità)
Per quanto concerne la loro natura, i criteri "ESG" sono parametri extra-finanziari che si aggiungono ai classici parametri economici, aumentando così le informazioni disponibili per formulare un giudizio sull'azienda.
Per gli investitori i criteri ESG (anche detti “score e rating ESG”) servono a valutarne la solidità in termini di investimento. In tal senso, si parla di finanza sostenibile quando, oltre agli obiettivi economici, vengono tenuti in considerazione anche quelli ambientali e sociali.
L'azienda produttrice di Woody e di Buzz, quindi, potrà considerarsi rispettosa dei criteri "ESG", e ottenere un giudizio positivo da parte della collettività e da parte delle istituzioni, nel momento in cui:
a) risulta sostenibile ed efficiente, quando pone massima attenzione al fattore ambientale e quindi dimostra alla collettività di essere capace di non inquinare ma, al contrario, di tutelare la biodiversità nelle sue molteplici forme.
Per esempio, l’azienda produttrice di Buzz potrebbe avere da poco installato un sistema di produzione dei giocattoli in grado di ridurre le emissioni di gas serra o, ancora, può (e noi lo crediamo) aver installato impianti fotovoltaici sui tetti delle sedi produttive, riducendo così non solo le immissioni di carbonio ma diventando addirittura auto-produttore di energia.
b) è responsabile, ponendo massima attenzione al fattore ambientale e nelle scelte di governance aziendale.
Per esempio, l’impresa ha attuato una serie di direttive interne atte a tracciare l’origine geografica delle materie prime impiegate nella produzione dei giocattoli tutelando così al massimo così la sicurezza e la salute dei loro piccoli consumatori.
c) crea impatto sociale sia al suo interno quale ambiente di lavoro sia all’esterno nei confronti della collettività. Per quanto attiene al primo profilo l’azienda deve essere in grado di creare un ambiente di lavoro capace di valorizzare le risorse umane, garantendo parità di genere e la loro inclusione. Nei confronti della collettività, invece, devono essere create iniziative in grado di “restituire” e/o offrire alcuni servizi alla comunità.
Al fine di soddisfare anche questo criterio, nella nostra fantasia, l’azienda produttrice di Buzz Lightyear può aver adottato uno speciale congedo parentale della durata di sei mesi per tutti i dipendenti maschi. Quale iniziativa ad impatto sociale, invece, la stessa, per il lancio del nuovo giocattolo Buzz, ha allestito all’interno dei suoi spazi una mostra gratuita dedicata agli “Eroi dell’Astronomia”, permettendo così ai più piccoli di rimanere affascinati dallo spazio.